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Elefantentreffen 2000 di Silvia Vandini

 

Lupomobile = yamaha FJ 1100 molto personalizzata da un toscano che si fachiamare LUPO
Betten = nome in lingua originale dei piumoni tedeschi, vedi fruhstuck

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28.1.00 h 6.25 A quest’ora sono pronta per l’avventura. In tangenziale, mentre sto andando al casello, un motociclista mi passa e mi saluta: Gl sul suo Tdm. Dove mai potrà andare a quest’ora un motociclista? Al casello ci sono già metà dei partenti, Sauro è molto scenografico: indossa una pelliccia sintetica (il cappotto l’ha prestato ad un amico) il casco è coperto di pelliccia e ha due corna non indifferenti. La sua Xt è in versione estiva, vale a dire che invece del serbatoio bianco e blu colla cartellina da ingegnere come parabrezza, ha il serbatoio e le fiancatine azzurre ed un parabrezza degno (!) di questo nome. Ci sono anche due in macchina: Mennaro e Bitelli con un Golf²; loro dormiranno in tenda. All’appello manca, oltre al Tullo, Asa e vari, clamorosamente il Gambero, chissà cos’avrà fatto ieri sera? Bando alle ciance un primo gruppo, più consistente alle 6.50 s’incammina ed entra in autostrada, due o tre restano ad aspettare i mancanti. Sul primo tratto mi preoccupo un po’: cosa sarà quella roba che ogni tanto mi arriva, neve? Ah, già è sale. Warning! spargisale in action. Quando ci passo dietro per un attimo non vedo nulla, poi mi pulisco la visiera e ripiglio in mano la situazione. Ma, cosa succede? Oh, no, Priscilla fa le sue solite bizze. Sembra che stia per entrare in riserva ma è un falso allarme. Ho fatto il pieno ieri sera e non sono neanche a Modena nord. Uffa. Mi fermo un attimo prima dello svincolo del Brennero, la caccio a 7000 giri in folle, spiego a Gl cosa sta succedendo poi ripartiamo. Sulla A22 ancora un po’ di problemi ma finalmente arriviamo all’area Garda est. Qui ci raggiungono Tullo, Asa e lo zio Paolo e la Sandra. L’Alpino purtroppo no, è malato. Per il successivo tratto, fino a Plose, Priscilla non mi dà nessun problema. Qui il Tullo ci saluta, prosegue da sé, non ha voglia di metterci molto, forse teme che sia come l’anno scorso. Al Brennero tutto ok, l’asfalto non è proprio asciutto, mi dà problemi soprattutto sul Ponte Europa, dove ci sono molte curve in ombra, sovente con zigrinature in direzione di marcia. Il bollino per l’autostrada quest’anno è verde (nel 97 rosso, nel 98 giallo, nel 99 azzurro). L’Austria scorre via veloce, arriviamo all’area Inntal Öst per le 14.00, forse anche prima. La pavimentazione è un po’ impantanata di neve ma nulla di preoccupante. Riprendiamo la marcia alle 14.30 circa. Il gruppo, per via di una coda si spezzetta, io sono con Pedrazzi, Stanzani e Fini; siamo secondi dopo la colonna Bonazzi-Motorino. Non andiamo molto forte ma siamo in anticipo così, dopo gli svincoli di München, ci fermiamo 10 minuti alla Raststätte allestita dalla Bvdm. All’area di servizio di Wörth arriviamo per primi ma per pochi minuti. Qui facciamo benza e una piccola sosta poi via verso Innernzell. Cristian e Asa arrivano mentre noi stiamo ripartendo. In autostrada tutto ok, il gruppo si rispezzetta ma da qui la strada la so, è la quarta volta che ci vengo, sarà anche meglio. Io rimango con un ragazzo che ha un Roadster 75°, Priscilla rifà le bizze proprio dopo il ponte sul Danubio, all’uscita di Hengersberg, la nostra. Non so come ma qui ci ritroviamo tutti e proseguiamo sulla statale, che non ha un fondo dei migliori, il grip non è proprio quello ottimale. Soprattutto quando svoltiamo a destra per Innernzell, la motocolonna mette la prima perché il primo paese che attraversiamo è una lastra di ghiaccio. Senza problemi arriviamo alla Gasthaus Schiller. Sono le ore 17.40. Grazie all’aiuto di Giacomo, Priscilla dorme in garage di fianco al modulo della compagnia di Lecco: sembra una formula uno con una sola ruota davanti. Io ho la stessa stanza singola che avevo nel 98. Tento di farmi la doccia ma scappo fuori in tre minuti perché l’acqua non è calda, nemmeno fredda, temperatura ambiente direi solo che non è l’ideale. La punta per la cena è alle 20.30 solo che Tullo, da vero galantuomo, fa portare alla Schiller i piatti caldi senza aspettare l’orario. Effettivamente la fame si fa sentire bene. Dopo cena la solita serie di cazzate, tipo Sauro che vorrebbe un Ciao 500. Io vorrei andare al raduno con Asa solo che è tardi e mi passa la voglia, soprattutto sale la cassa. Ce la metterò tutta domani.

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29.1.00 h 7.30 Questa mattina mi sono svegliata da sola senza problemi. La finestra, che avevo lasciato senza tende, mi dice che il sole è in vacanza lontano dalla Baviera. Mi preparo abbastanza velocemente e vado a fare proprio una bella colazione come piace a me: due panini burro e marmellata, due tazze di caffelatte e, visto che c’è del Nesquick, mi faccio un concentrato di cioccolata per carburare bene. Intanto notiamo che inizia a nevicare leggermente. Solo che io ho deciso che quest’anno al raduno ci vado con la mia moto, non a piedi o caricata. In qualche modo ce la farò. Pigi mi aiuta a mettere la moto in strada, 1° dentro e via. Per la strada tutto regolare, noto che Bonazzi carica Tullo… Io, giunta al raduno, mi faccio dare una mano da un sidecarista per parcheggiare Priscilla poi mi incammino verso l’entrata. Sono le 10.40. Subito incontro i ragazzi del Winterbikers che hanno dormito in tenda. Li saluto ed inizio a fare foto perché merita veramente, anche se nel 97 ho fatto tre rullini. Quest’anno ne farò solo uno ma va benissimo. Non si può descrivere il raduno, bisogna viverlo. Le foto non gli rendono molto giustizia, forse solo la telecamera. All’entrata incontro Bonna e Tullo, facciamo l’iscrizione ed entriamo a cercare Cristian e Radius. La strada è un pantano di neve che sembra farina di castagne. Ci infiliamo per la stradina dove di solito trovavamo quelli del Bartolini, come da indicazioni di Cristian, ma nulla. Lo spettacolo intanto è apocalittico: ci sono moto ovunque, nei fossi, nei boschi, nella neve. Ci sono parecchie tende ma non quella dei nostri amici. Torniamo sulla stradina principale e noto subito la moto di Radius appoggiata alla neve in un fosso, subito dopo c’è il loro accampamento. Hanno ereditato il tappeto di paglia ed un bellissimo tavolino da chi occupava la piazzuola prima di loro. Dopo un po’ di chiacchiere io, Cri, Tullo e Bonna ci avviamo giù per la buca. C’è veramente un sacco di neve. Ci sono varie moto che hanno dei sostegni a mo’ di rotelline per non cadere nella neve; c’è anche la Lupomobile. La maggioranza dei mezzi è di questo genere: boxer Bmw e mono Honda o Yamaha. Un sacco di gente ha le catene per avere più trazione, su per la salita fanno fatica anche i sidecar. Manca l’R80 motosega! Nella buca c’è una gran ressa per comprare souvenir ma ce la facciamo. Qui incontriamo la colonna Bassi, che sono arrivati da poco. Mentre risaliamo andiamo a cercare i golfisti. Quello che non capisco è che gusto ci sia a fare l’Elefantentreffen in tenda venendo su con la macchina. Loro comunque se la passano bene, almeno non faranno il viaggio di ritorno con l’umidità addosso. Torniamo alla tenda di Cristian per mettere qualcosa sotto i denti. I compagni di Radius stanno per partire, in effetti, c’è molto freddo ed ha iniziato a nevicare bene, neve bagnata. In poco tempo siamo tutti fradici. Ho provato a tenere i guanti vicino al fuoco ma se il fuoco asciuga la neve bagna. Alle 13.00 Bonna e Tullo hanno dato forfait, han deciso di tornare in Gasthaus. Io non ne ho voglia e resto, al limite torno con Asa, che nel frattempo è arrivato. Alle 14.00, poiché la situazione meteo non accenna a migliorare, anche io e Asa optiamo per il rientro. Con nostra sorpresa vediamo Bonna e Tullo ancora lì: la Polizia non fa andare oltre la sbarra perché la strada verso Innernzell è messa male, così faranno un percorso alternativo. Io e Asa proseguiamo verso le nostre moto ma c’è molto paciugo e so già che, anche se arrivo alla moto, da lì non la muoverò da sola. Ci salgo sopra e l’accendo ma non oso muovermi, soprattutto perché ho i guanti fradici e le dita mi si congelano in pochi secondi. Intanto Asa mette la prima ed arriva fino alla sbarra. Mentre penso alla mia disgraziataggine passano due ragazzi del Winterbikers e chiedo loro aiuto. Molto gentilmente si prestano e mi portano la moto alla loro Gasthaus (nel frattempo si sono trasferiti dalle tende ad una Gasthaus di Solla). Intanto avevo già detto ad Asa che se se la sentiva poteva andare verso Innernzell, io in qualche modo me la sarei cavata. Decido di mangiare qualcosa perché ho fatto solo colazione e il pane che ho mangiato da Cristian l’ho già bruciato tutto. Dentro un’altra Gasthaus, davanti ad un Würstel coperto di ketch-up e paprika mit pommes frites und eine Cola, telefono a BB e scopro che anche lui è a Solla bloccato ma in una terza Gasthaus (quante cavolo di Gasthaus ci sono in un posto così piccolo?). La linea cade, finisco il würstel, parlo con tre italiani, pago e mi dirigo verso il Bassone. Mennaro mi dice che è già andato via perché nel frattempo è passato lo spazzaneve. Corro verso i ragazzi di Faenza e mi faccio mettere la moto sulla strada, metto la prima e vado ad Innernzell senza cambiare. Sta ancora nevicando e per vedere dove metto le ruote guido con un occhio chiuso e la faccia leggermente di sbieco, in modo che il naso eviti che la neve entri nell’occhio aperto. C’è pure sto cavolo di vento odioso che mi ha fatto prendere una sbandata che credevo di cadere. Invece ci ho dato del gas e sono arrivata ad Innernzell. Solo all’incrocio perché se no non sapevo come fare per mettere la moto sul piazzale senza conseguenze. In Gasthaus non ci credevano quando mi hanno vista, mi avevano data per dispersa. BB era tornato a Solla per cercarmi, Motorino mi stava cercando sul telefonino. Alla fine sono stata fiera di me stessa, ce l’ho fatta. Avevo il casco coperto di ghiaccio, anche nell’imbottitura. In camera ho messo tutta la roba vicina al termosifone al massimo perché si strizzava. Per cena è venuto Cristian a scaldarsi un po’ ed ad asciugare la roba di Radius, che era veramente fradicia. Dopo tornerà a dormire al raduno. È entrato in crisi dopo aver provato il calduccio della Gasthaus e la morbidezza dei Betten. Chiacchierando con gli altri durante la cena scopro che c’erano alcuni che per tornare da Solla ad Innernzell hanno fatto 50 - 100 km! Col fatto che la polizia non faceva passare dalla strada più corta c’è stato chi ha dovuto prendere l’autostrada e rifare la statale già fatta il giorno prima, chi addirittura (non so come) ha fatto 140 km nella più completa ignoranza stradale. La polizia diceva di aspettare, che sarebbe passato lo spazzaneve o lo spargisale ma chi aveva fretta ha ignorato questi - saggi - consigli ed ha optato per il rientro a tutti i costi, facendo decine di km in più in pessime condizioni stradali. Da Solla Motorino aveva chiamato un taxi solo che, sfiga nera, mentre arrivava da lui si è imbussato! Con il würstel ancora sullo stomaco, per cena mangio solo insalata e gelato alla crema con ribes. Dopo cena con il gruppo di Lecco ci facciamo delle gran risate. Loro sono in sei, sono tutti e sei andati al raduno solo che due sono tornati con le loro moto, uno l’ha lasciata a Solla ed è tornato con due o tre autostop e tre hanno deviato, si sono trovati in difficoltà ad andare avanti ed hanno piantato le moto dove si trovavano e sono tornati in taxi. Sono che non sanno dove hanno lasciato le moto! Così hanno fatto il verso ai “Fichi d’india” e cantavano – Siamo andati a Solla con le moto e non siamo riusciti a tornare indietro, tichiti tichiti. Abbiamo proseguito ed abbiamo lasciato le moto non sappiamo dove, tichiti tichiti. – e via di seguito. Ci siamo sbragati dalle risate. Finito lo spettacolo, ci siamo dati la punta per la mattina verso le 9.00 poi sono andata a letto abbastanza presto.

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30.1.00 h 8.20 Mi sono svegliata un po’ tardi, stando alla punta di cui si era parlato la sera prima. Alcuni sono già sulla griglia di partenza, il Gambero però aveva parlato di 9.00 – 9.30. C’è anche da aspettare Cristian. Per colazione, schifezza immane, abbiamo solo il pane nero. Fa vomitare. Così devo rinunciare a pane burro e marmellata in favore dei formaggi. Però il Nesquick non me lo leva nessuno. La situazione meteo non è tragica, ci sono +4°, piove leggermente e le strade sono allagate. Il piazzale della Gasthaus è una lastra di ghiaccio ma i gestori hanno sparso della ghiaia che si pianta nel ghiaccio e fa tenuta (?!?!). Come consueto, mi faccio dare una mano per mettere la moto in strada, anche perché stavolta non sono stata l’unica, si faceva fatica a stare in piedi senza moto, figurarsi con la moto. Un gruppo è già partito, sono i tre Varadero, i due di Pesaro, Claudio di Reggio, Giacomo, Lucio ed il suo amico. Sauro è partito solo con Mastrolindo, diceva pure di avere dei problemi alla frizione e non sapeva se sarebbe riuscito a tornare a casa. Mah. In due o tre andiamo a fare benzina ed a gonfiare le gomme (il giorno prima erano state sgonfiate per via della neve) poi ci trasferiamo tutti all’altra Gasthaus, perché il Tdm di Gl fa i capricci. Intanto Cristian ci ha raggiunti. Nel garage dove si trova la capricciosa ci sono Gl e Tronketto con un fon in mano ciascuno a scaldare coppa e batteria. Quando Dio ha voluto la moto si è accesa, alle 10.20 siamo partiti. I due Dregh con gli scooter 50 hanno trovato un passaggio su un pick-up di Milano. Da lì in poi ce la faranno bene a tornare a Bologna. La nostra colonna è così composta: io, Bonna, Cristian, Asa, BB, Gl, Motorino, Zardi, Pedrazzi, Luca Fini, Gambero e Carla. In statale troviamo un pochino di nebbia ma è proprio una cosa insignificante. In autostrada ha continuato a piovere per molto, il gruppo si è frantumato in fretta; io non riesco ad andare molto forte perché la visibilità è scarsa. La mia media è dei 100-120km/h. soprattutto Priscilla continua a fare le bizze, uffa! A mezzogiorno passato arriviamo all’area di servizio Holzkirchen, è piena zeppa di motociclisti italiani, fra cui Mauro di Reggio ed i suoi. Diversamente dal consueto, ci fermiamo a mettere qualcosa sotto i denti, la colazione col pane nero non ha avuto molto successo ed in molti abbiamo fame. Alcuni di noi iniziano a cambiarsi i calzetti, quest’acqua non dà tregua, molti hanno i guanti fradici e l’acqua nelle scarpe. Io ho il problema dei guanti ma, per fortuna, non quello delle scarpe. Riprendiamo il viaggio dopo l’una. Entriamo in Austria, ho un po’ di paura perché dobbiamo attraversare le alpi e le curve veloci hanno l’asfalto zigrinato per la lunga. Uno dei primi tratti ancora in pianura è veramente orrendo, pieno di buche del cavolo che, insieme all’acqua, mettono in seria difficoltà il nostro equilibrio. Passato questo l’asfalto cambia, ha più grip solo che le ruote dietro saltellano. Io mi sono fermata credendo di avere bucato, Gl mi ha tranquillizzata dicendomi che è così per tutti. La piccola colonna che avevo fatto fermare con me riparte con Pedrazzi in testa. La mia bizzosa motoretta però non mi consente di rallentare troppo, sotto un certo regime va male, così passo Pedrazzi. Al Ponte Europa pago il pedaggio e mi fermo subito dopo con Bonna ed il Gambero. Sono lì già da un po’ ed io già da un po’ non vedo più i nostri dietro di me. Attendiamo un po’ ed arriva un messaggio di Gl che ci dice di trovarci alla prima area di servizio in Italia. Ripartiamo, passiamo il Brennero ed a Trens ci fermiamo, solo che l’area di servizio è coperta di neve! Orrore, parcheggio la moto e vado a bere una cioccolata calda accompagnata ad una brioche. In bagno c’è un gran casino, gli uomini hanno invaso il bagno delle donne per usare l’asciugamano elettrico ed asciugarsi un pochino. Io ci passo sotto i guanti più volte perché sono veramente fradici. Qui finalmente scopro perché gli altri erano rimasti indietro: due Yamaha hanno dei problemi. La moto di Pedrazzi (quadricilindrica) ogni tanto diventa bicilindrica o mononocilindrica, a sua discrezione. Quella di Gl, avendo solo due cilindri, ogni tanto si diverte a fare il mono. Così si erano fermati per vedere di fare qualcosa (cosa?). Io non faccio benzina qui per evidenti difficoltà, tanto ho ancora 80-90 km da percorrere prima di rimanere in riserva. Dopo Bolzano smette di piovere e, all’orizzonte fra le montagne, si intravede il cielo sereno. Peccato che sia già pomeriggio inoltrato e questa luce durerà poco. Faccio il pieno a metà strada tra Trens e Adige, sosta successiva, dove ci fermiamo a cenare. Invadiamo il self-service, che è pieno di sciatori della domenica. A quest’ora non ci sono più tanti motociclisti che rientrano. Per cena mi cucco un piatto di formaggi ed un budino al cioccolato. Cristian ed Alessandro sono rimasti un po’ di più a Trens, Bonazzi tira ad arrivare a casa al suo ritmo. Ovviamente non sono qui a cenare con noi. Alle 20.00 lasciamo l’area di servizio e riprendiamo l’ultimo pezzetto di viaggio. Siamo a 160 km da Bologna ed ad alcuni sembra già di essere a casa. Resta il fatto che siamo fradici ed infreddoliti e non vediamo l’ora di trovare un posto caldo ed asciutto. Alle 21.40 finalmente siamo al casello di Borgo Panigale. Ora ce l’abbiamo veramente fatta. Sono così a disagio con tutta quest’acqua addosso che non mi fermo per le ultime chiacchiere al casello come faccio di solito. Saluto e mi avvio.

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Silvia Vandini

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